Mariagrazia Carraroli, Letti bianchi, ETS, Pisa 2017
La poesia entra nella realtà, la realtà nella poesia. La vita dei pazienti in ospedale nei molti aspetti, umani e dolorosi, si presenta ai nostri occhi attraverso le parole precise, partecipi e delicate di Mariagrazia Carraroli. A una rassegna di dieci letti d’ospedale fa seguito una suggestiva nota di Luciano Ricci che pone in evidenza, “fra due date”, l’esperienza segnata da un tragico incidente nel 1943 e la banale distrazione avvenuta di recente, ed ancora non risolta. Un testo breve, questi Letti bianchi, carico di umanità, incisivo, scolpito con mano leggiadra.
Letto n° 9
Giovanetto occhi a mandorla
il braccio fratturato e
contusioni da motorino imbizzarrito
madre carezzevole
consola con acute sillabe di canto
il cestino aperto alle sorprese di maggio
una ciliegia tira l’altra
e poi un mazzetto in dono
al vecchio accanto
Mai un vocabolario seppe meglio
tradurre
il non detto d’un gesto
cui grato l’anziano sorride
dentro il bianco letto appresso
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