Mariella Bettarini, Poesie per mamma Elda, SECOP edizioni, Corato (Ba) 2019
Un volume di poesie dedicato alla madre da parte della nota poetessa fiorentina.
VIII
sei la matrice –
il corpo lo devo a te –
sei la Matrice del mistero –
lo devo a te –
sei la matrice – se vivo
lo devo a te
sei tu
la Mediatrice tra il Nulla
e me – il Tutto e me –
sei la Matrice –
colei che ha dato corpo a un Soffio
che vagava
che ha dato fiato
a un corpo che (non volente) doveva
poi essere
sei l’orma del Mistero –
sei la Matrice
Una nota critica di Mariagrazia Carraroli:
La plaquette dedicata alla madre dall’autrice non è solo un poetico omaggio all’amata genitrice. E’ un cantico vero e proprio che tocca momenti di pathos paragonabili a quello biblico. L’amore è amore sempre, anche se il pentagramma su cui scrive le sue note vibra delle diverse gamme del sentire umano.
In quello veterotestamentario le domande s’alternano alla contemplazione: dall’ansia per il bene scomparso, alla descrizione del suo valore e della sua bellezza:
L’ho cercato, ma non l’ho trovato…/ Avete visto l’amato del mio cuore?/…L’ho chiamato, ma non ha risposto…/ se trovate il mio diletto/ che cosa gli racconterete?/ Che sono malata d’amore…
E poi:
Come sei bella, amica mia, come sei bella!… Tu hai rapito il cuore/ sorella mia, sposa…
Per concludere con i magnifici versetti:
Mettimi come sigillo sul tuo cuore/ come sigillo sul tuo braccio;/ perché forte come la morte è l’amore,/ tenace come gli inferi è la passione…
Ora leggiamo a specchio la poesia di Bettarini:
<<che m’è rimasto di te?/ che m’è rimasto? E che è rimasto/ senza te?
da dove- dunque- ri-partirò?/ ri-partita io?- mai partita?>>
…con l’amoroso acrostico:
<<Eletta madre d’una non addetta agli osanna
Luminosa lucerna nelle brume
Docente tu di molto umano lume
Alimento sincero come manna>>
…che si sublima nel nome Mamma, condensato amore di tutti gli amori:
<<Miracoloso-sì- miracoloso
Al colmo del tuo paese che tramonta
Mescersi a quanti ci abbian dato onta
Mitigarsi- patendo- delle croci
Ampia erigendo isola feconda.>>
Dopo queste seconde citazioni, penso che ogni consapevole lettore sia concorde con me per l’accostamento fatto, confronto che, specie la prima parte della silloge mi ha suggerito, ma che alcune splendide pagine della seconda sezione confermano. I ricordi in essa richiamati, tra guizzi, bagliori di vita, personaggi e soste memoriali scintillano:
<<questa scatola/ di tesori da nulla che t’incoronano regina/ e madre del mio rimpianto>>
<< 20 luglio 1969: lo sbarco sulla luna/ piccola tivù-piccola/casa- noi tre in un borgo…>>
Il tutto Intervallato da parole in singhiozzo e domande brucianti che s’elevano in versi senza tempo che trapassano il presente per lanciarsi nell’Oltre:
<< sei la matrice…/ sei la Matrice del mistero/ la Mediatrice tra il Nulla e me- il Tutto e me-/ sei la Matrice…// sei l’orma del Mistero-/ sei la Matrice >>
Ho letto e riletto le pagine di questo intenso poema per Mamma Elda, i cui versi soffrono, fremono e sommuovono, esprimendo un amore filiale non comune, certamente, anche, in risposta ad un altrettanto non comune amore materno. La composizione canta e singhiozza insieme, aprendosi talvolta, specie nella seconda parte, a sorridenti memorie e spesso immergendosi nell’ammirazione d’una figura bella non solo nei tratti fisici, ma soprattutto nel “segno” invisibile che solo accostandola si poteva apprezzare.
Come ultima notazione mi piace sottolineare l’incipit del poemetto che suona rintocchi secchi, dolenti:
<<andata silenziosa nel novembre duemilatre>>
rintocchi che alla fine del tragico, poetico viaggio memoriale diventano tocchi teneri di un vivente quadro familiare, dove le mani ( quelle che lavorano, accarezzano, esprimono, sentono…) fanno vivere per sempre colei che ha lasciato indelebilmente impresso il suo “sigillo” sul cuore di chi ha così tanto amato:
<<… nostre vite tenute/ dall’esilio- guidate e benedette/ dalle tue mani-/ amorose mani/ di nostra madre”>>
Un tragitto emozionale, sentito e patito che poteva rivelarsi scivoloso e che l’autrice ha mirabilmente condotto, usando la potenza di un versificare vibrante e asciutto, cantabile e rotto, dentro una singolare e pur armonica costruzione poematica.
A rendere un “tangibile” respiro di vita alla madre, l’autrice ha inserito alla fine della pubblicazione alcune limpide immagini di lei giovane, bella cantante lirica, poi donna matura e mamma di due figli, fino al suo senile circondarsi dagli amati nipoti. In tutte campeggia un sorriso: il sorriso amorevole di Mamma Elda.
Campi Bisenzio, 26 gennaio 2020
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