Lorenza Rocco Carbone, Cara Matilde, Kairòs Editore, 2018

In questo saggio, pubblicato per la prima volta nel 2008 e ora aggiornato, Lorenza Rocco Carbone disegna un ritratto di Matilde Serao a trecentosessanta gradi: antesignana come donna, scrittrice, giornalista, grande comunicatrice, organizzatrice culturale. A 150 anni dalla nascita e a 80 dalla morte, l’opera della grande giornalista, fondatrice, con il marito Edoardo Scarfoglio, de “Il Mattino” sconvolge per il coraggio e l’attualità di un messaggio etico-civile a favore di Napoli che lei, greca di nascita, amò e comprese nelle luci e nelle ombre, più di chiunque altro abbia governato la città partenopea e in genere il Bel Paese.

Un commento di Corrado Calabrò

A dieci anni dalla precedente edizione, e quindi a novant’anni dalla morte della scrittrice, esce questa nuova versione di Cara Matilde a firma di Lorenza Rocco.
Autrice di una sessantina di libri e di 160 novelle, fondatrice di quattro quotidiani insieme al marito Edoardo Scarfoglio, “giornalista nata”, inventrice di una comunicazione informata ed emotiva, Matilde Serao meritava certo un supplemento di attenzione.
Non tanto per alcune informazioni aggiuntive quanto per qualche ulteriore pennellata che facesse balzare dalla pagina la sua figura a tutto tondo di donna vulcanica, scrittrice appassionata, giornalista protesa alla “solidarietà con chi soffre, con chi sogna, con chi ama, al di là di ogni calcolo e privilegio” (come osservava Antonio Ghirelli).
Nessuno avrebbe potuto farlo meglio di Lorenza Rocco. Lorenza è una dei più accurati indagatori, ricercatori di scritti anche meno noti della Serao. Ma è soprattutto colei che ha fatto della Serao e di Eleonora de Fonseca Pimentel degli esempi, delle figure emblematiche di donne che con sforzo titanico si sono sottratte al condizionamento in cui le donne all’epoca erano confinate.
Come giustamente nota Lorenza, Matilde Serao andava “a ricercare la verità nel quotidiano, captando le mille sfaccettature della realtà” sicché “ripensare Matilde significa ripensare Napoli e le sue occasioni mancate”.
Il segreto dello sbalorditivo successo giornalistico della Serao sta al tempo stesso nel suo strenuo impegno, nella sua acuta sensibilità e nella solidarietà verso le persone di cui ci parla, rivelando aspetti della realtà napoletana fin allora non portati alla luce.
Antesignana, in questo, dell’approccio che, con analogo atteggiamento nelle sue interviste, e con analogo successo, avrebbe adottato ai nostri tempi, settant’anni dopo, Oprah Winfrey.
Anche nelle interviste e nelle indagini sul ruolo delle donne la Serao è stata una che ha esplorato strade non ancora battute.
Madre di tre figli soldati, Matilde ha fatto scoprire il ruolo delle donne italiane nella prima Grande Guerra cogliendone il travaglio e la sofferenza, identificandosi con loro.
Antesignana anche in questo. E’ di questi ultimi anni il grande libro di Svetlana Aleksievic, La guerra non ha un volto di donna, che ci racconta in modo palpitante l’incredibile ruolo che le donne dell’Unione sovietica ebbero nella resistenza e nella lotta ai tedeschi nella seconda Guerra Mondiale.
La vita stessa della Serao è stata intrigante per la sua natura esuberante, vulcanica, non assistita dalla bellezza fisica, per cui la sua storia amorosa ed erotica è stata complicata, laterale, come si direbbe ai nostri giorni.
Ma, compatibilmente coi tempi, anche la sua vita fu una manifestazione d’indipendenza, di vitalità e al tempo stesso di generosità; basta pensare come abbia cresciuto insieme ai suoi un figlio che Scarfoglio aveva avuto fuori del matrimonio.
Ribelle alla condizione femminile eppure profondamente donna, Matilde; giustamente quindi Lorenza Rocco ne fa un modello ognitempo, insieme ad altre donne riuscite ad affermarsi sulla scena del mondo con largo anticipo. Anche perché non siano dimenticate oggi che l’affermazione (pressoché) totale delle donne nella società potrebbe far credere che allora fosse facile o inevitabile.
Lorenza Rocco ce lo ricorda con appassionati e lucidi tratti; s’immedesima con quelle protagoniste e trasfonde nelle loro biografie sentimenti autobiografici, rendendocele così viventi e attuali.