Liliana Ugolini, Appunti sul taccuino del tempo. I dolmen, Fermenti 2016

 

Un testo poetico di Liliana Ugolini costruito con rigore geometrico: un testo per pagina con quattro parti: una data e l’avvenimento storico; una narrazione del significato profondo dell’avvenimento storico citato; un corsivo lirico in cui il protagonista sono sempre i dolmen; un commento poetico che riporta alla realtà attuale e onnipresente. Cinquanta le date, di tragedie storiche, personaggi sconfitti, ma anche di eventi positivi che danno senso e una qualche fiducia all’agire umano.

Premette l’autrice: “E testimoni muti sono i dolmen o spazi mortuari costruiti degli uomini del Neolitico che raccontano con la loro struttura la fine di ogni ciclo senza un tempo preciso  inserendo nel senso della storia l’elemento della precarietà.”

Risulta un testo destinato alla lettura drammatica, a quattro voci, una tragedia da recitare, un invito alla riflessione ad alta voce sull’essere umano nel tempo: lupus ed anche deus verso i simili, rinchiuso in limiti ancestrali e nello stesso tempo tendente al superamento dei confini.

 

Leggiamo il primo appunto sul taccuino del tempo:

 

… 61 Miseramente fallisce la rivolta della Regina Budicca contro i Romani

 

C’erano le ragioni del sopruso che scorre nelle vene. / Il basto scoppia e implode sotto il viola paonazzo di Regina / che vinta lascia il Regno nei veleni. / E’ la fine d’un tempo e il suo confine nei fili che s’annodano nei polsi. /

 

Il puzzle dello scacco da lontano / contiene in sé un mistero livellato dai dolmen nella provocazione del nascere / dolce forare in crosta o in vagina.

 

Mi difendo mia fragilità barcollata

al lungo tempo delle mie corde diradate

e farmi ancora appiglio è vuoto passo

raddoppiato lentissimo liberato d’impotenza.

Ora mordo le frasi col sorriso

dura colpa stremata di silenzio.

Tanto avete abusato che mi avete

palme donate suoni dolcissimi

in sgretolato masso come statua

assorta al disincanto.