Lucia Bruni, Le pianelle di Masaccio, Dario Flaccovio Editore, Palermo 2017

A Querciaio, piccolo paese nella campagna fiorentina, è uno dei periodi più intensi e faticosi dell’anno, quello della raccolta del grano. Siamo nel 1899 e mentre in Toscana si fatica nei campi in un giugno operoso – allietato solo da una compagnia teatrale che diverte con i propri spettacoli – la scomparsa di Tosca, dama di compagnia di una marchesa, mette il paesino in allarme. E soprattutto inquieta Esterrina, contadina con un fiuto da segugio,, amica della ragazza sparita. La giovane ‘investigatrice’ è ostacolata dai propri familiari nel progetto di ritrovare Tosca. Ma grazie a una grande astuzia e a qualche innocente bugia, Esterrina s’imbatte in alcune stranezza e scova indizio che sembrano legare il ‘giallo’ a un’opera di Masaccio. Così, sfuggendo a ogni controllo e prestando orecchio alle chiacchiere dei compaesani, la contadina riuscirà a risolverenil caso.

Lucia Bruni, fiorentina storica dell’arte e giornalista, con questo Le pianelle di Masaccio completa la tetralogia di gialli, i cui volumi precedenti sono stati Il segreto di Raffaello (2008), Pontormo e l’acqua udorosa (2010), Benvenuto Cellini e il ricciolo indiscreto (2013).

Sapiente costruzione della trama, nitida presentazione dei personaggi principali e secondari, scelta linguistica accurata, con un vivace uso del toscano nei dialoghi popolari: sono le principali caratteristiche di una scrittura abile e matura.