MOSCARIELLO ALLA CASA DI DANTE

Società delle Belle Arti – Circolo degli Artisti – “Casa di Dante” –
Via Santa Margherita, 1 Firenze –Tel. 055 218402 – www.circoloartisticasadante.com

Martedì 4 aprile 2017 – ore 17
Per il ciclo di Pianeta Poesia

 

 

                                               

LA SCRITTRICE CARMEN MOSCARIELLO
DI FRONTE A UN FOLTO PUBBLICO HA PRESENTATO IL SUO SAGGIO CRITICO
“DESTINI SINCRONICI AMELIA ROSSELLI E ROCCO SCOTELLARO. CON LETTERE DI ROCCO SCOTELLARO E MICHELE PRISCO”. GUIDA EDITORE, NAPOLI 2015, PP. 140.
DOPO LE PAROLE DI APERTURA DELLA PRESIDENTE DEL CIRCOLO DEGLI ARTISTI, GRAZIELLA MARCHINI, CI SONO STATI GLI INTERVENTI CRITICI DI MARIAGRAZIA CARRAROLI E ANNELLA PRISCO. E’  STATO COORDINATORE GIUSEPPE BALDASSARRE.

L’intervento di Mariagrazia Carraroli

Carmen Moscariello è poetessa, drammaturga, regista e giornalista. Corrispondente per il Tempo e Avvenire ha dedicato articoli su Tangentopoli e altri importanti fenomeni sociali del nostro tempo.

Delle sue competenze e della sua passione trasuda il saggio Destini sincronici- Amelia Rosselli e Rocco Scotellaro, saggio che emana amore da ogni riga : amore nell’incontro d’anima e intelletto dei protagonisti del saggio ; amore per il Sud, in particolare per le meravigliose terre dimenticate : l’Irpinia dell’ autrice, così vicina alla Basilicata di Rocco, per troppi anni, quest’ultima, trattata come terra d’emarginazione e di confino…

Un amore che in questo saggio, ma non solo, fa spesso rima con dolore.

I protagonisti ne portano cocenti ferite : Rocco in primo luogo, per le delusioni provate durante il suo impegno sociale / politico ( fu socialista convinto ) da sempre a fianco ai suoi  cafoni contro il potere dei latifondisti. Giovanissimo , a ventitre anni, fu nominato sindaco di Tricarico e per vendette politiche ingiustamente accusato e messo in prigione , anche se poi venne assolto con formula piena…

E poi, Amelia, ammalata di ferite sempre aperte : la tragica morte, mai  del tutto metabolizzata, del padre Carlo , poi quella della madre e ultima, la morte improvvisa di Rocco dopo soli tre anni dall’averlo incontrato…

Si erano conosciuti a Venezia nel ’50 in un Convegno, e fu subito amicizia affettivamente intensa, forse amore. Uno schianto per lei l’improvvisa scomparsa di Rocco che l’aveva fatta conoscere poco prima alla madre in Lucania… Squassata nella mente e nel cuore, a nulla valsero le cure della Clinica svizzera in cui fu ricoverata, epilogo drammaticamente premeditato, poi, il suicidio, nello stesso mese e giorno dell’amata poetessa più volte tradotta, Silvia Plath, l’11 febbraio 1963.

La nostra autrice Carmen Moscariello scrive di Amelia e di Rocco con partecipazione molto viva, anche per  aver conosciuto personalmente la poetessa e, attraverso le frequentazioni con Vittorio Foa, importante personaggio della politica e del giornalismo italiano, sentendo da lui stesso parlare con ammirazione del giovane attivista e intellettuale lucano,  Scotellaro.

Il libro percorre le due drammatiche esperienze umane dei protagonisti, sottolineando la funzione salvifica della letteratura, specie, come nel caso di Amelia e Rocco, quando i tempi e gli spiriti vengono invischiati nel groviglio dell’ingiustizia, della delusione e del male di vivere.

Moscariello entra in quei tempo e in quegli spiriti, documentando da par suo la vita e l’opera dei due , corredando il volume con fotografie e aggiungendo un importante carteggio del sindaco/poeta con lo scrittore Michele Prisco.

Non manca una ricca bibliografia. Ma la nota che rende particolarmente originale il saggio sono due poemetti in cui Carmen si cala con intensità lirica ed emotiva nel sentire dei due poeti, divenendo l’Amelia ferale e urlante di fronte alla morte maledetta dell’amico Rocco, a cui l’eco della Taranta dà  nuova voce di fraterna solidarietà con il popolo contadino per cui tanto lottò. E chiama la donna a condividere il suo vissuto con lui, perché –dice  :

ti conobbi bella e luminosa/ mi apparisti come ‘na Madonna/ Amelia, e come la Madonna/ sull’Altare io ti amai  ( p.103 ).

Un saggio, questo di Moscariello che, come scrive Annella Prisco nella prefazione, è un mosaico di ricordi, approfondite testimonianze storiche, spaccati di umanità e lirismo con lo sguardo sempre vigile all’ambiente, la Basilicata, in cui si muovono i protagonisti…il tutto reso unitario e di godibile lettura non solo per quello che Aniello Montano nell’Introduzione definisce garbo stilistico, per le ricche citazioni ed i rilievi critici, ma anche per la cifra empatica di cui è denso e per l’accento emotivo di cui sono pervase le descrizioni degli episodi di vita dei protagonisti, unite a quelle  degli scorci naturalistici in cui le loro storie fioriscono.

Appena aperto il libro ci appaiono vertiginosi i calanchi lucani che tra le righe finali del saggio riemergono aspri e lunari ai ritmi di musiche sefardite ( ebraiche antiche p.117 ) : uno splendido, irto scenario che ben s’attaglia al profilo drammatico, forte, originale di due vite che amarono, lottarono, soffrirono, scrissero per una società a misura d’uomo.

Annella Prisco ha messo in luce l’importanza del libro, evidenziandone le qualità di scrittura e di valore critico e documentario. Ha rinviato per aspetti più specifici alla propria introduzione al volume.

Franco Manescalchi, Presidente di Pianeta Poesia, è intervenuto per sottolineare l’importanza della poesia di Rocco Scotellaro nella propria formazione poetica e nel panorama del Novecento.

L’autrice ha presentato le ragioni culturali e personali che l’hanno spinta ad interessarsi dei due personaggi ed ha dialogato con il pubblico presente.