Roberto Mosi, Ogni sera Dante ritorna a casa. Sette passeggiate con il poeta, Edizioni Il foglio, Piombino 2021

 

 

Roberto Mosi ci porta a spasso per Firenze insieme al sommo poeta.

 

Una nota di lettura di Annalisa Macchia
Un gruppo di amici riscopre, passeggiando per Firenze, i luoghi in cui Dante è nato,
vissuto e si è affermato come poeta, scrittore e politico, fino al triste momento del suo esilio.
Il percorso, iniziato alla Casa di Dante, è segnato da alcune delle oltre trenta lapidi,
poste dal Comune di Firenze ai primi del Novecento su antiche costruzioni cittadine
e a ricordo dei luoghi danteschi. Su ogni lapide una poetica incisione in terzine tratta
dalla Commedia.  Nelle sette soste previste, con un paio di passeggiate virtuali
a causa dell’inasprimento dell’attuale pandemia,  questa compagnia di amici e amiche,
amante della poesia, tra letture dantesche corali e commenti, fa lentamente
rinascere una Firenze medievale, dove ancora pare risuonino i passi e la voce del Sommo Poeta.
Questo libro di Roberto Mosi offre al lettore non solo una gradevole lettura, ma la preziosa e
originale ricostruzione di un inedito percorso dantesco. Filo conduttore resta la poesia,
mai stanca di cercare, di sperare. Una poesia che ancora, a settecento anni dalla morte
del Poeta, ci guida verso la bellezza e la speranza, anche attraverso le strette strade della
vecchia Firenze, perché “Ogni sera Dante torna a casa”.

 

Una recensione di Gherardo Dardanelli su “La TOSCANA nuova”, febbraio 2021, pag. 16

Quattro amiche e quattro amici si incontrano per sette domeniche nel periodo difficile della pandemia, per celebrare i settecento anni dalla scomparsa di Dante Alighieri. Arrivano ad ogni appuntamento muniti della regolare mascherina con il programma della passeggiata discusso e preparato online nel corso della settimana. La loro esperienza può ricordare, in un certo modo, quella della brigata di amici del Decameron di Giovanni Boccaccio, che si riunirono in una villa sulle colline di Firenze per sfuggire alla peste del 1348. Proprio nei momenti più bui è importante ricercare conforto nell’arte, nella musica, nella poesia e condividere le emozioni con gli altri.

Il libro di Roberto Mosi, pubblicato con le Edizioni Il Foglio, racconta questa esperienza, le Sette Passeggiate all’aria aperta per le strade di Firenze alla scoperta, dal vivo, dei luoghi che videro Dante crescere come uomo, affermarsi come politico e poeta, fino alla condanna all’esilio. Sul percorso delle passeggiate si respira l’aria di altri tempi, si cammina per strade dall’antico selciato, a fianco di chiese e campanili monumentali, case torri che si innalzano ancora nel paesaggio dall’impianto medievale, in luoghi carichi di memorie e di “poesia”.

Per il gruppo di amici sono momenti di serenità che alleggeriscono l’atmosfera da incubo che pervade la vita quotidiana. Riscoprono, insieme a pagine meravigliose di poesia, la città del Medioevo, dell’epoca violenta e straordinariamente ricca di Dante. Nel libro sono riportati i loro commenti, le emozioni, vengono descritti i luoghi dove si leggono ad alta voce passaggi memorabili della Divina Commedia: le voci si alzano in alto per le strade strette, in alcuni tratti, cupe, seguendo la musica delle terzine dantesche.

Il percorso è scandito da oltre trenta lapidi con incise nel marmo le parole del viaggio del poeta nell’Oltretomba. Le lapidi furono poste dal Comune di Firenze, in varie parti del centro cittadino, agli inizi del Novecento.

Nel libro, quindi, sono descritti luoghi e personaggi, fra questi la cosiddetta Casa di Dante e i vicini edifici già di proprietà degli Alighieri, dove secondo la tradizione è nato il poeta e dove oggi c’è un ristorante rinomato per le bistecche alla fiorentina, aperto fin dal Cinquecento; il vicolo dello Scandalo, fatto costruire per dividere le case dei Donati da quelle dei loro nemici, i Cerchi; ed ancora la Badia Fiorentina e la memoria dell’avo Cacciaguida, la Torre della Castagna e il magistero di Dante, il luogo dell’incontro con Beatrice, il Canto degli Aretini e il ricordo della sanguinosa battaglia di Campaldino, le pietre del selciato di Ponte Vecchio ove fu trucidato Buondelmonte, dopo la sua sciagurata scelta, la Chiesa di San Salvi davanti alla quale cadde da cavallo Corso Donati, l’ acerrimo nemico dei

Bianchi, colpito alla gola dalla lancia di un mercenario catalano.

Il percorso parte dalla cosiddetta Casa di Dante con i versi …”Io fui nato e cresciuto/ sovra ‘l bel fiume d’Arno alla gran villa. Inferno XXIII, 94-95 e termina al bel San Giovanni con riferimento ai primi versi del Canto XXV del Paradiso, alla speranza di Dante, exul immeritus, di tornare al bello ovile per una pubblica incoronazione a Firenze. E noi a distanza di tanti secoli dalla sua scomparsa, viviamo di questa speranza e siamo certi che ogni sera Dante ritorna a casa.