ROBERTO MOSI, Sinfonia per San Salvi – Variazioni per parole e musica  “Litania su Piombino”, Piombino (LI), Edizioni Il Foglio, 2020, pp. 128

 

 

una recensione di Annalisa Macchia

Con questo ultimo libro la poesia di Roberto Mosi sembra avviarsi ad una svolta definitiva del suo percorso. Già in molte precedenti opere si nota quanto l’orizzonte artistico del poeta, avvertendo i limiti dalla sola espressione in versi, cerchi di allungare sul mondo uno sguardo capace di includere, oltre la magia delle parole, anche quella delle immagini e dei suoni. Appassionato fotografo (sue anche le fotografie presenti tra queste pagine), amante della pittura e della musica, ha arricchito molti suoi testi con tavole, illustrazioni e strutturando i suoi versi  sul modello di schemi musicali.

“Sinfonia”, una parola che non a caso dà inizio a questa nuova opera, è un termine che va considerato attentamente. Nella storia della musica ha avuto, con il tempo, vari significati, indicando forme musicali, strutture legate all’armonia dei suoni.  Oggi designa soprattutto un brano orchestrale composto da più movimenti; con riferimento alla musica classica questi sono generalmente quattro.

         Sinfonia per San Salvi si apre con una Ouverture ed è per l’appunto orchestrato in quattro distinti tempi, seguiti da una postfazione, Sogno di Robert Schumann (a firma dei figli di Carmelo Pellicanò, cui il libro è dedicato), ribadendo, a lavoro ultimato, l’ideale aspirazione del libro di fondersi in una composizione armoniosa sconfinando nel meraviglioso mondo musicale e dell’arte in genere. Carmelo Pellicanò, psichiatra ed ultimo Direttore del Manicomio di San Salvi, ha avuto molto care queste tematiche. L’alternanza tra normalità e follia, l’inconsistenza di quella linea discriminante che alcuni vorrebbero separasse nettamente i due concetti, il desiderio di attenuare feroci sofferenze umane con gli armoniosi segreti della musica e del sogno, erano per lui problematiche quotidiane da affrontare.

I tempi di questa sinfonia ripercorrono le stesse tematiche, molto sentite dall’autore e peraltro da lui già affrontate in precedenti lavori. Stavolta, però, la sua opera è stata affiancata dagli interventi di Gordiano Lupi e di Nicoletta Manetti, autrice di alcune liriche presenti nel libro e ideatrice, con lui, del progetto editoriale.

Il primo tempo è Terra desolata, di chiara ispirazione eliotiana, ma abbondantemente nutrito da rielaborazioni di precedenti opere poetiche dell’autore. Ritornano frequentemente i temi dei non luoghi, cari a Mosi: Periferie, Mercati ospedali, Porti ciminiere altiforni.

Il secondo tempo è Terra Follia, in cui si evidenzia il rapporto tra Follia e Arte. I riferimenti letterari sono numerosi; s’impone la poesia di quel genio folle che fu Dino Campana, ma anche l’opera dell’autore, da sempre intrigato dal tema della follia, fonte d’ispirazione di molti suoi lavori.

Il terzo tempo, Terra Liberata, si apre con la Festa per l’apertura di San Salvi, tra il 25 aprile e il primo maggio 1978, in un giorno prossimo ormai all’approvazione della legge 180, conosciuta come legge Basaglia – Franco Basaglia fu lo psichiatra promotore di questa riforma – che dette inizio al processo di chiusura dei manicomi. Con La città, una bella poesia di Pablo Neruda dedicata a Firenze, si inneggia alla libertà “nel riverbero ancora vivo della Resistenza”. Alcune poesie dell’autore sono riprese dal suo Navicello Etrusco. Per il mare di Piombino.  Il terzo tempo termina con il movimento Litania su Piombino di Gordiano Lupi, di ispirazione caproniana, abilmente riadattata all’amata, toscana Piombino.

La sinfonia si chiude con il quarto tempo, Terra Riconquistata, in cui esplodono poesie e ritmi dai molteplici riferimenti letterari e musicali. Tra gli altri Ti regalerò una rosa, testo di una struggente canzone di Simone Cristicchi (vincitrice del 57° festival di Sanremo) sul tema della follia e della solitudine.

Quando un libro termina il lettore deve sempre chiedersi cosa gli ha lasciato.

Una testimonianza preziosa come questo percorso poetico invita a guardare con occhi nuovi i nostri orizzonti, ad accogliere ogni forma d’arte con gratitudine. Aiuta a non dimenticare.

 

Memorie

 

Come dare un’anima alle vite

naufragate nel padiglione

delle Agitate,

avvolgere il filo della memoria?

 

Disteso fra le erbe del giardino

respiro il profumo delle zolle

ascolto il battito della terra

l’eco delle leggende, delle voci

dei personaggi che hanno abitato

questo luogo, immagino la rotta

prossima della nave dei folli.

Oltre il muro foderato di muschio,

al centro del fascio dei binari

sibilano Frecce Rosse

in rappresentanza del futuro.

(Terra Follia – secondo tempo)