Carlo Lapucci, Busti equestri. Figure e personaggi granducali del secondo Novecento, Società Editrice Fiorentina 2019

Il libro è stato presentato dall’autore con l’illustratore della copertina, Lido Contemori, il 20 novembre 2019 presso la libreria IBS di Firenze.

 

 

Carlo Lapucci è poeta narratore, linguista, attento ricercatore di aspetti della cultura popolare. Testimone di mezzo secolo di vita sociale e letteraria a Firenze, che  qui presenta con pennellate argute e piacevoli.

Riportiamo la quarta di copertina del volume: ‘Un tempo né vicino, né lontano che sembra basti allungare una mano per ritrovarlo, non ha avuto ancora la sua storicizzazione: è il tempo che va dal secondo dopoguerra, al miracolo economico, alla contestazione e alla crisi successiva che ancora ci travaglia. Il mondo di quegli anni si ricompone soprattutto attraverso figure, più frequentemente personalità, che ebbero una certa importanza: sono toscani e d’altri luoghi, colti negli ambienti cittadini o sorpresi nei loro ambienti dall’autore, che li vede con la giusta ironia e con l’affetto che è l’immancabile compagno del rimpianto: Pietro Annigoni, Pino Arpioni, Anna Banti, Ubaldo Bardi, Carlo Betocchi, Piero Bigongiari, Romano Bilenchi, Buffa e Maffini, Ilio Calabresi, Cardinal Antonio Bacci, Siro Conforti, Primo Conti, Guido D’Anna, Don Antonio, Mario Donadoni, Dylan Thomas, Corrado Gaipa, Alfonso Gatto, Jorge Guillén, Hermet, Il Banarelli, L’Arena dei Pini, Giorgio La Pira, Tommaso Landolfi, Nicola Lisi, Luciano Satta, Mario Luzi, Oreste Macrì,Angelo Marchese, Pier Francesco Marcucci, Quinto Martini, Bruno Migliorini, Eugenio Montale, L’Oste di Careggi, Adolfo Oxilia, Geno Pampaloni, Rolando Panerai, Alessandro Parronchi, Dino Pieraccioni, Pinolo, Ottone Rosai, Piero Santi, Fulco Duglas Scotti, Giovanni Spadolini’.

Due note di lettura (Giuseppe Baldassarre)

I tanti aneddoti e personaggi di questa piacevolissima raccolta delineano una città che ha ancora un’anima ben riconoscibile, una vivacità culturale variegata e pittoresca, piena di pregi e difetti, ma pur sempre espressione di valori condivisi, un’umanità vicina e riconoscibile.

La lettura è un continuo saltellare eppure ha una fluida unitarietà, diventa come una narrazione continua. Cosa rende affini tanti elementi differenti, cosa accomuna situazioni e figure che pure sono distanti tra loro, mi domando come lettore. Lo sguardo dell”autore, ironico eppure partecipe, e il linguaggio, preciso e accattivante, semplice e estremamente plastico, mai banale né ricercato. Alla maniera di Lapucci, direi.