Martedi 19 novembre ore 17 presso la Società delle Belle Arti – Circolo degli Artisti ‘ Casa di Dante’ è stato presentato il volume di poesie di Mario Sodi Lasciati i bei sonagli.

 

 

Dopo i saluti da parte del Presidente della Società Franco Margari ci sono stati gli interventi di Giuseppe Baldassarre, Franco Manescalchi, Annalisa Macchia.
Giuseppe Baldassarre ha presentato il percorso letterario di Mario Sodi attraverso le opere di poesie e del romanzo Lo zonista. Ha letto parte di un racconto Il gelso  della raccolta di Sodi Il giardino degli aromi,  in cui il merlo che ha la ‘memoria della terra’ viene a rappresentare la figura e la funzione del poeta all’interno del proprio contesto e tempo. Ha citato il previdente giudizio positivo di Mario Luzi sulle abilità poetiche di Mario Sodi. Ha sottolineato che la ricerca esistenziale e letteraria dell’autore si muove in una direzione in cui la fede e la parola sono valori che portano oltre le difficoltà e il pessimismo.
Franco Manescalchi ha chiarito il significato dei ‘sonagli’ del titolo e lo ha collegato con la ricerca poetica di Mario Sodi. Della sua poesia ha rilevato la ‘perfezione’ senese e nello stesso tempo l’originalità che nasce da una ricerca stilistica costante e da esperienza umana profonda. Ecco uno stralcio del suo intervento: “Mario Sodi si avvicina al religioso con una umiltà analoga a quella del grande Betocchi e lo fa partendo da una scelta metrico strofica sintattica umile e canora- Iniziando dal titolo “ho laciati i bei sonagli” usa l’ottonario della poesia delle origini, di Lorenzo il Magnifico, di Gioué Carducci, di Giovanni Pascoli, nel novecento di Giorgio Caproni, di Dino Campana, l’ottonario che fu usato nei libretti dei Melodrammi dell’Ottocento, particolarmente nelle parti cantate e ancora è usato da qualche cantante rap.
Comunque, l’ottonario di Sodi, non è monodico. Viene usato come incipit e per poi sviluppare la poesia alternando versi più brevi come il settenario il quinario, raramente l’endecasillabo che imporrebbe un ritmo diverso. Il ritmo che ne deriva è da ballata e ciò ci rimanda alla tradizione della poesia italiana tipica anche della canzone. Sodi si muove in questa dimensione metrico strofica con una gestione perfetta del discorso. Leggerissima tanto che mi viene da dire che i suoi versi siano scritti con un pennino dalla punta sottilissima, da calligrafo.”
Annalisa Macchia ha fatto un’analisi accurata del libro, evidenziandone la struttura e il messaggio, rilevandone i molti aspetti notevoli livello per stile e pensiero. Una sua recensione al volume + presente su questo sito nella sezione ‘Libri’.
Letture dei testi poetici sono state fatte in modo eccellente da Enzo Lenzetti, formatosi alla scuola di Orazio Costa e di altri maestri di teatro e di recitazione.
Foto dell’incontro prodotte da Giancarlo Bianchi.

   

Simonetta Di Florio Lazzerini, Fiorella Falteri e Anna Vincitorio con Mario Sodi e Franco Manescalchi

con Mario Sodi e Franco Manescalchi

   

e Giancarlo Bianchi                                        Giuseppe, Franco, Mario, Annalisa, Enzo Lenzetti, Franco Margari

  Roberto Guerri

Giuseppe e Franco

    Annalisa

   

il pubblico: in primo piano Grazia Giovannoni e Paola Lucarini Poggi

 

 Fiorella Falteri

 Carla e Gualtiero