Luciano Valentini, Disperata felicità, Pascal Editrice 2018
Cuore di queste poesie di Luciano Valentini è il Viaggio; nello spazio, nel tempo, nella memoria, nell’anima.
” … quello che sembra emergere da ‘Disperata felicità’ è l’inizio di un Nòstos che tenga conto non solo dell’epica narrazione omerica, ma anche di un’epica organica all’autore stesso e al suo tempo.” (dalla prefazione di Alessandro Franci)
E l’arcobaleno morì
Venne l’arcobaleno col rumore del tuono
e si fece scuro come se fosse sera.
Il cielo esplose nei lampi
e l’arcobaleno morì.
Venne il vento dai monti
scuotendo i rami e le fronde,
come fosse tempesta.
Sentire l’umido afrore di terra
e di foglie quasi secche
prima della tempesta
è bello
come sentire le prime gocce cadere.
E l’arcobaleno morì.
Il cane abbaiò sulla soglia
mentre il sole cadeva nell’aria rossastra
tra la brezza più fresca,
passando sotto l’olivo gocciolante
accanto al bidone ripieno.
Ma quando tira tra le colline il vento
mi sembra di essere
come un albero
sbandato dalla tempesta.
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