Annella Prisco, Girasoli al vento. Riflessioni e ricordi su mio padre, Guida Editori, Napoli 2018. Prefazione di Piero Antonio Toma.

Notazioni vivide, agili, efficaci questi preziosi ‘girasoli al vento’ di Annella Prisco, scrittrice , promoter culturale, critico letterario, vice presidente del Centro Studi Michele Prisco.

 

 

 

Nota di lettura di Claudia Piccinno

Annella ci consegna in una scrittura diaristica, la dimensione privata dello scrittore Michele Prisco e lo fa da figlia devota e da scrittrice.

Il legame col padre, alimentato dal ricordo, prescinde dalla dimensione terrena e si fa costante di una quotidianità scandita dall’abitudine alla riflessione.

Ogni incontro diventa pretesto per interrogarsi su quale sarebbe stata la reazione o l’opinione del padre, in quest’epoca in cui appetiti virtuali, sessuali o disfunzioni legate al cibo sono diventati campanello d’allarme, metafora di una fame,di una carenza ben più profonda.

La Nostra s’interroga sulla frenesia dell’apparire dettata dai social, sui ritmi mordi e fuggi di una società dei consumi e degli sprechi, si chiede se suo papà si sarebbe adattato a una tale voracità di vanagloria che impera nelle mode post adolescenziali di un’umanità sospesa in un limbo di non maturità e non realizzazione. Annella ripesca nell’oralità dei ricordi, nelle leggende tramandate ai nipoti, nelle consuetudini familiari, quell’energia positiva che la invita a riconoscere nella natura la capacità di reinventarsi. Si staglia tra tante la metafora dei girasoli al vento, fiore ch’io stessa prediligo e nomino in alcune mie liriche, poiché tale fiore ci orienta  verso il bello, si fa  invito a cogliere l’unica luce del giorno.

Un libro dunque che non solo ci presenta uno scrittore e la sua famiglia, ma che cela in poche pagine molteplici messaggi, un breviario dal sapore d’altri tempi che c’indirizza a scegliere tra certezze e incertezze, tra panico e forza, tra smarrimento e progettualità.